Luigi Venturini, classe 1921, sposato con la signora Renza De Giorgio nel 1951 dalla quale ha avuto due figli, oggi felicemente sposati.
Luigi partì per il servizio di leva nel gennaio del 1941, prendendo parte dapprima all'8°alpini e successivamente assegnato a breve termine al 3° Batt. Misto Genio della Julia; qui svolse la mansione di radiotelegrafista e radiotecnico, poiché da borghese aveva lavorato presso il deposito di materiali del Genio a Udine e frequentato il corso da marconista all'istituto Malignani di Udine. Ed è in questo periodo, prima della partenza per la Campagna in Russia, che Luigi, facendo da istruttore ai marconisti della 113ª Compagnia del 3° Batt. Genio alpini, ottiene il grado da sergente. Partì con il treno da Udine per il fronte russo nell'agosto del 1942, passando per Caporetto, Klagenfurt, Norimberga, Varsavia, Gomel, Karkov, e arrivando a Jsium al comando divisione, da dove, però, ripartì improvvisamente alle dipendenze del Generale Ricagno (comandante della Brigata Julia) per Kurenj; in quel periodo, infatti, fu deciso che, mano a mano che i reparti arrivavano a Jsium, dovevano ripartire a piedi, passando per Rossosch, per arrivare infine a Kurenj, luogo di accampamento definitivo. Luigi, coadiuvato dal sottufficiale Mario Bona di Belluno (deceduto nel 1989), provvedeva alla manutenzione dei ricetrasmettitori in dotazione alla divisione. Ricorda che prima di partire fece presente al Comandante del Batt. Maggiore Ilari che le stazioni radio erano sprovviste di pezzi di ricambio per le varie manutenzioni, così per ordine dello stesso comandante si recò a Milano presso le case costruttrici a prelevare il materiale necessario per le riparazioni; tale materiale fu determinante nel corso dei combattimenti del dicembre 1942 - gennaio 1943.
Quando cominciò la ritirata il nostro Luigi con il Sergente Maggiore Dal Molin (marconista) vennero incaricati di seguire il Generale Ricagno con una stazione radio. Il mattino del 19 gennaio 1943 arrivarono a Walviki dopo aver combattuto a Nowo e a Postojalowkall; il 26 gennaio Luigi distrusse la sua stazione radio per mancanza di batterie, e il giorno successivo fu preso prigioniero, con tutti i reparti e il Comandante Ricagno, dai russi. Le disavventure di Luigi incominciano da Walviki il 29 gennaio 1943, giorno in cui dovette partire a piedi per Popowha, passando per Rossosch, dove, arrivato, si ammalò di polmonite; qui una gentile donna russa lo ospitò nella sua "isba" e lo trasportò, il giorno successivo, con una slitta trainata da una mucca, a Podgornoje, presso l'ex ospedale della Tridentina gestito da medici e infermieri prigionieri. Guarito verso la metà di febbraio, i russi gli diedero l'incarico di provvedere alla sepoltura di tutti i suoi compagni. In seguito si ammalò di tifo petecchiale e il tenente medico Volterrani si prese cura di lui. Poiché i russi non davano loro da mangiare, essi erano costretti a nutrirsi delle carogne di animali, non a caso in quell'ospedale su 400 soldati ne perirono 373. Nell'aprile del 1943 una guardia russa prelevò i superstiti per attraversare a piedi il Don – 150 km – e raggiungere Buturliwka, dove c'era un’epidemia di tifo. Luigi, caricato su un treno, arrivò a Arsk sul Volga nei pressi di Kazan; solo allora cominciò a ricevere razioni regolari di cibo. Infine, fu trasferito a Elaboga, dove vi rimase fino al 1 ottobre 1945, sottoposto a lavori forzati in un campo di prigionia di ufficiali tedeschi.
Per ritornare in Italia fece un viaggio di 60 giorni giungendo a Pescantina (Verona), quindi si fermò per qualche giorno a casa prima di essere ricoverato per ben sei mesi all'ospedale di Udine; nel luglio del 1946 fu congedato e mandato definitivamente a casa. Nel 1956 il Ministero della Difesa gli inviò a casa la decorazione della Croce di Guerra.
Il nostro Luigi è oggi Presidente della Sezione Friulana “Reduci di Russia” a Cargnacco e nel 2003 ha scritto il libro “La fame dei Vinti” che racconta tutta la sua storia vissuta durante la guerra e la prigionia.