Ivo Emett, classe 1918, felicemente sposato, padre e nonno di cinque nipoti, residente ad Ancona. La lettera che ci ha inviato è molto simpatica, ma racconta anche episodi della sua vita tristi e difficili, come la descrizione della sua prigionia (che ha avuto fine nel giugno del 1947) e della Campagna di Russia. Egli si considera fortunato per essere ancora vivo e per essere rientrato in Italia. Numerosi furono coloro che non riuscirono a vincere stenti, sofferenze e sacrifici e quindi perirono nelle sterminate lande dell'Unione Sovietica. Ivo esprime con calore la volontà di ritrovarsi con tutti quegli alpini che, vivi o morti, sono stati suoi compagni di lotta e di sventura. Vorrebbe che, l'incontro con tanti alpini, fosse una manifestazione di solenne fraternità e che fosse presente il coro alpino della nostra Sezione Montecavallo con i suoi canti, per ricordargli malinconiche canzoni: Stelutis alpinis, Signore delle cime e sul Ponte di Perati. Ci racconta di essersi rivolto più volte alla Madonna con un fervore intenso e di aver ottenuto cosi, conforto e salvezza. Richiama alla sua mente gli amici alpini e li ringrazia per averlo ricordato ed ascoltato; la sua speranza è di rievocare, nei futuri incontri alpini, la storia della sua vita e di tanti compagni come lui. Questo spirito cosi orgoglioso e affettuoso nei confronti dei suoi vecchi alpini, ci convince che lo spirito alpino durerà a lungo, superando incertezze ed epoche infelici.


Per tornare alla lista delle testimonianze clicca sull'immagine