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IL
GRUPPO E' INTITOLATO AL SERGENTE MEDAGLIA
D’ARGENTO ROMOLO MARCHI
CADUTO IN RUSSIA |
Partiti da San Giovanni al Natisone il 10 agosto 1942 |
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1947 – Julia Marchi, accompagnata dal dott. Guido Scaramuzza, Presidente
sezionale, riceve la medaglia d’argento al V. M. alla memoria del padre Romolo |
Si riporta il ricordo della figlia Julia (Madrina del gruppo) di Romolo Marchi quale figura di uomo, di padre, di alpino e di eroe italiano. Mi è stato chiesto di scrivere alcuni pensieri per poter presentare e far conoscere a chi leggerà, la persona di Romolo Marchi, mio padre. Non è facile per me, non l’ho mai conosciuto ed ogni volta che cerco di riunire i ricordi mi prende l’angoscia e, ciò che posso dire è solo quello che mi è stato raccontato dalla mamma, da parenti ed amici.
La famiglia Marchi ha dato alla
Patria tre dei suoi figli: Aldo di Emilio, Antonio di Ghino, cui è intestata
Nato il 22.4.1912 ad Aviano,
ultimo di quattro fratelli, figlio di Mario e Giuseppina Orso, era un ragazzo
esuberante, sereno, sempre pieno di entusiasmo, gran sportivo, praticava il
calcio, l’atletica, lo sci, il nuoto e molti altri sport; non alto di statura ma
con alti valori nel proprio cuore, stimato e cercato dai propri compagni di
gioventù, sempre disponibile con tutti, di animo molto buono, adorava i suoi
genitori, la moglie ed i figli, ed amava
Dopo aver studiato ragioneria era entrato nella ditta del padre ed aveva iniziato a lavorare come un qualsiasi dipendente.
Chiamato alla leva nel
Si sposò nel 1937 con Lisetta Pupin ed ebbe Piero, nato il 3.6.1938 e Julia, nata il 2.2.1942.
Richiamato a Tarcento, partì per Essere Alpino, essere Italiano era per lui un onore ed ha vissuto la lontananza dai suoi cari come un dovere naturale, come l’obbedienza ai propri superiori, valori che oggi non esistono più.
Si distinse in Russia per la bontà verso i commilitoni, per generosità d’animo e per il valore militare che l’ha portato a morire in combattimento per la difesa di una postazione. È medaglia d’argento al Valor Militare, ma per me è mio padre, un padre che non sento come Eroe: sono tutti Eroi quelli che hanno partecipato alla campagna di Russia.
Scriveva alla moglie: “… abbiamo fatto
È stato scritto che coloro che hanno saputo sacrificare la propria vita per un nobile ideale non sono mai morti. Lui non è tornato!
Gli Alpini che hanno lasciato in terra di Russia i migliori commilitoni, i Reduci, tra le cui braccia sono spirati i compagni delle ore più dure ma anche più belle, Li ricorderanno con un dolore continuo che porteranno sempre nel cuore. Gli Alpini erano, sono e saranno così: generosi, franchi, pieni di ogni ardire, disposti a dare tutto senza nulla chiedere. Questi sono gli Alpini che ho conosciuto, che hanno indicato la strada che si dovrebbe percorrere per costruire un futuro migliore per i nostri figli.
![]() Julia Marchi |